Come (non) affrontare i conflitti: passivo
di MICHEA GIUNI
Alla fine di una giornata piena, Massimo è già nel letto e sta leggendo un libro quando Rebecca entra in camera e inizia a sfogarsi. Inizialmente si lamenta di alcuni commenti che i suoi genitori hanno fatto durante la cena e poi incomincia ad accusare Massimo di atteggiamenti poco gentili e per nulla di supporto che lui ha avuto nei suoi confronti proprio durante quella cena.
Massimo, in tutto questo, rimane immobile a guardarla, probabilmente anche ad ascoltarla. Non mostra nessuna reazione esteriore e non dice nessuna parola. E’ come se si stesse sforzando di trattenersi, adottando il rimanere in silenzio e il resistere come strategia per affrontare la tensione.
Anche ammesso che il momento della giornata scelto da Rebecca per questo confronto forse non è l’ideale, bisogna anche dire che l’atteggiamento passivo di Massimo sicuramente non è una buona strategia di risoluzione dei conflitti. La bugia più o meno consapevole che gira nella testa di Massimo in questo momento si potrebbe riassumere in questi termini: “Tutti i conflitti sono sbagliati; bisogna rimanere calmi e mostrare autocontrollo perché la gentilezza e l’amore non contemplano le discussioni.” Questa bugia porta a rifiutare di riconoscere i propri sentimenti, specialmente quelli di rabbia, e può portare ad evitare di dire i propri pensieri e le proprie ragioni, fino anche a mentire. In un qualche modo, Massimo sta rinunciando, o perlomeno compromettendo, sé stesso, la relazione con Rebecca e la verità. Il tentativo di non far male a nessuno lo potrebbe portare a coprire la verità e a tenere segreti, con la conseguenza di non promuovere una sana riconciliazione.
Dinamiche tipiche di chi affronta i conflitti in modo passivo sono il pretendere che il problema non esiste o lo sminuirlo, rifiutare le proprie responsabilità trovando scuse, o anche l’essere paralizzato dalla paura, magari anche comprensibilmente a causa di esperienze passate traumatiche.
Quanto più invece ci si muoverebbe verso un vero confronto e sana riconciliazione se si riconoscessero le proprie emozioni e se si avesse il coraggio di confrontarsi apertamente. La verità è che i conflitti non sono sbagliati in sé ma è invece molto spesso sbagliato il come li affrontiamo. Infatti l’amore richiede l’affrontare e risolvere i conflitti in modo. E il risultato sarà una crescente complicità e intimità nella coppia. Magari proprio questo risultato può essere la motivazione al coraggio di continuare a provare ad affrontare i conflitti in modo virtuoso!
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